#8 I MATERIALI
Gli orologi solari più comuni sono quelli tracciati sulle pareti
esterne degli edifici, in quanto visibili anche a distanza ed economici da
realizzare.
Il quadrate era semplicemente dipinto sul muro, oppure rappresentato su di una lastra di marmo o pietra.
Il tracciato orario e le decorazioni venivano dipinte sul quadrante. Tra le tecniche pittoriche più tradizionali e antiche troviamo: affresco, mezzo fresco e graffito; tra le tecniche pittoriche con materiali moderni troviamo: pittura ai silicati, pittura ad acrilici e pittura ai silossanici.
Quadrante solare dipinto ad affresco nella fase iniziale
e terminato a calce con pigmenti
Quadrante solare eseguito con pittura ai silicati di potassio
Lo gnomone consisteva invece in uno stilo di ferro o di ottone. Per donare
maggiore robustezza lo gnomone poteva essere un tripode di metallo [τρίπος,
trípos, da τρεῖς = tre e ποδ-, radice di πούς = piede]
Curiosità: Tradizionalmente si usava collocare quattro
orologi sul tetto o sulle pareti perimetrali di una torre, in modo da avere
l'indicazione per tutto l'anno. È abitudine incidere sul quadrante un motto.
Gli orologi solari possono essere anche di tipo portatile.
Il più comune è costituito da due piccoli pannelli di legno o avorio bianco intarsiato, incernierati in modo
da potere essere chiudibili a formare una scatola facilmente trasportabile. Lo
gnomone è realizzato con un filo di lino, seta o canapa teso tra le due tavole.
Quando il filo è teso, le due tavole costituiscono due quadranti, uno
orizzontale e uno verticale.
Un dittico di Norimberga in avorio del 1636.
Possiede anche quadranti
ausiliari con piccoli stili verticali per diversi sistemi orari.
Fonte immagini: Google e Museo Galileo - Museo Virtuale
Sitografia: Orologi solari portatili - Museo Galileo
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