#4 LA SCIENZA

GNOMONICA [GNOMONICS]

La scienza che ha permesso la misurazione del tempo viene definita ‘’gnomonica’’ (dal latino gnōmonica (ars) a sua volta dal greco γνωομονική (τέχνη), gnomōnikḗ tékhnē, "l'arte di costruire orologi solari", ma anche "arte saggia") che corrisponde al complesso di conoscenze utili alla costruzione degli orologi solari. 


Una definizione più esaustiva della gnomonica la indica come la scienza incaricata di elaborare teorie e riunire le conoscenze sulla divisione dell'arco diurno, la traiettoria del sole sull'orizzonte, mediante l'uso di proiezioni specifiche su diverse superfici. Questa scienza è molto utile al disegno e alla costruzione dei quadranti solari così come in cartografia (proiezione gnomonica).

STORIA

La storia di questa scienza è millenaria, perché da sempre il bisogno di conoscere il tempo è una delle note più intime e misteriose della nostra esistenza.

Scienza probabilmente in uso in uso in Cina e in India già nel XX secolo a.C. e praticata sistematicamente presso gli assiro-babilonesi.

L'autore greco del quale per primo abbiamo notizie a proposito della gnomonica fu Erodoto di Alicarnasso (484-426 a.C.), il quale fece una piccola rassegna dei conoscimenti greci del tempo, evidenziando la loro capacità acquisita dai babilonesi di suddividere il giorno in dodici parti.

I Romani, a loro volta, hanno ereditato questo sistema di divisione del giorno dai Greci. Plinio il Vecchio (ca. 100-59 adC) nel suo Storia Naturale (Libro XXXVI, Capitolo XIV) parla della storia dell'orologio che l'imperatore Augusto fece costruire nel Campo Marzio (Roma), utilizzando un obelisco.

Le antiche civiltà dell’area mediterranea si avvalsero della gnomonica non soltanto per misurare e dividere in più parti la durata del giorno, ma anche per determinare le direzioni dei Punti Cardinali al fine di tracciare le direzioni del Cardo e del Decumano, ovvero gli assi fondamentali di una città.

Nell’anno Mille a Firenze è nota la prima testimonianza di uno strumento della scienza gnomonica, creato per scopi scientifici. Nel battistero di Firenze si colloca al suolo una piastra di marmo quadrata il cui centro coincide con la proiezione dei raggi del Sole al Mezzodì nel giorno più lungo dell’anno: tale realizzazione ha lo scopo di determinare la precisa durata dell’anno.

Padre Egnazio Danti alla seconda metà del Cinquecento inventa la meridiana nella sua più completa e definitiva connotazione: una linea che corre da Nord a Sud, capace di determinare con esattezza l’istante del Mezzodì, le date equinoziali e solstiziali, l’angolo zenitale dei raggi solari ogni giorno dell’anno. 

Dopo il decadimento della gnomonica, dovuto alla evoluzione dell'orologeria meccanica nel secolo XVII, si arrivò a dimenticare completamente tale scienza fino alla fine del diciottesimo secolo e all'inizio del diciannovesimo, quando si scoprirono i resti archeologici dell'Etna e riapparvero talmente tanti orologi solari da ridestare la curiosità degli studiosi.
Oggi la gnomonica è una materia studiata da varie associazioni culturali presenti in molti Paesi del mondo.


Bibliografia 

Claudio Tolomeo, Almagesto;
IX libro del De Architectura, Vitruvio;
Clavius C., Gnomonices Libri VIII, Roma, 1581;
Garnier E., Gnomonica: teoria e pratica dell’orologio solare, Milano, 1939Pasini C., Orologi solari, Padova, 1900;
Riccardi M., Elementi di geometria descrittiva con succinte applicazioni alla teoria delle ombre, all’axonometria e alla gnomonica, Roma, 1899; Ronca L.;
Ronca L., Gnomonica sulla sfera ed analemma di Vitruvio, Roma, 1976;
Schiapparelli G., Scritti sulla storia dell’astronomia antica, 3 v., Bologna, 1925-1927;
Il planisfero di Tolomeo, Firenze 1992; Vastola S., Ipotesi di sviluppo e proiezione dell’analemma di Vitruvio, in «XY Dimensioni del Disegno», nn. 8-9, 1989, pp. 71-78.;


















































































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